Il Risorgimento

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Il Risorgimento

Pur piccolo comune e allora assai povero, Esino partecipa ai movimenti risorgimentali. Avuta notizia della rivolta di Milano del 1848, un gruppo di animosi, dopo essersi fatto benedire dal parroco, scende a Lecco e si unisce ai volontari di quel borgo per correre in aiuto dei milanesi impegnati nelle cinque giornate. Al ritorno degli austriaci, i più accesi vengono trattenuti per qualche tempo in prigione a Bellano. Intorno al 1859 si costituisce la Guardia Nazionale Italiana con armi, uniformi e banda musicale. Pietro Pensa, giovane studente, partecipa come volontario alle campagne di Sicilia e di Napoli e viene decorato di medaglia di bronzo.

Purtroppo, i primi 50 anni del regno d'Italia segnano per tutto il territorio tempi assai duri. La legna non più richiesta per il carbone necessario ai forni fusori, può solo essere venduta lontano e veniva rizzata a lago, con tremende fatiche, per essere imbarcata e condotta a Lecco. Il suo valore era irrisorio. Non molto più felice era la vicina Valsassina: ogni paese si chiude in una miserabile autarchia, e l'antico spirito comunitario lascia luogo a diffidenze e a contese continue per pochi metri di confine. La subglaciazione in corso, riducendo i coltivi, e l'aumento demografico spingono presto all'emigrazione. A gruppi di tre, quattro persone per volta si parte per l'America del Sud, poi per la California: qualche centinaio di esinesi si trasferisce così, definitivamente, nel nuovo continente.

Nonostante tale decadenza, alcune opere vengono realizzate: vennero ben acciottolate le strade verso il lago e verso la montagna, per una lunghezza di una ventina di chilometri; alla fine del secolo e nel 1903 vengono anche costruiti due acquedotti per le pubbliche fontane del paese. Fatto importante: la cura dei bambini non cessa mai; asili e scuole continuarono a funzionare, perpetuando una gloriosa tradizione di Esino, che dalla fine del 1500, con una scuola gestita, grazie a lasciti, dal Comune e condotta dal Parroco, vince, esempio unico più che raro, l'analfabetismo.

Fonte Wikipedia

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